#PapaFrancesco resiste alla fascinazione di fare del cristianesimo una garanzia politica, qualunque essa sia. Sottrae il #cristianesimo alla tentazione di rimanere erede dell’#Impero romano o a quello di Bisanzio. 1/6
Questa tentazione dai tratti nazionalistici appare a volte irresistibile: proiettare quegli imperi in una o l’altra alleanza militare dei buoni contro i cattivi. 2/6
Potestas politica e auctoritas spirituale vanno sempre ben distinte: questa è la forza della universalità del cattolicesimo. Forza testimoniata, ad esempio, da Albina e Iryna, russa e ucraina, che hanno portato la croce a mani intrecciate nella Via crucis al Colosseo. 3/6
Francesco è laico, laicissimo. Spoglia il potere spirituale dei suoi panni temporali, e dei suoi armamenti, anche a fin di bene. Il suo abito bianco riporta il cristianesimo a Cristo, che davanti a chi lo difese con la spada urlò «Basta!» due volte. 4/6
Non indossa neanche più il rosso, colore imperiale ed espressione della imitatio imperii del vescovo di Roma. 5/6
Non illudiamoci: l’impasto tra sacerdotium e imperium non è facile da dipanare. Ma l’aureola del santo di Assisi ora coincide con quella del vicario di Cristo. E abbandona per sempre il profilo dell’imperatore, che oggi sarebbe semplicemente donchisciottesco. 6/6